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TOCCO CASAURIA

FRANCAVILLA

 MORRONE

 

 
TOCCO DA CASAURIA

         

E’ uno dei liquori più antichi e deve il nome a una tradizione 


Pacta ratafiat: quando il notaio pronunciava la frase latina, adattamento locale della regola pacta sunt servanda, era il segno che il contratto era concluso. Stretta di mano a tre e l’immancabile bicchierino di ratafià. La tradizione abruzzese veniva rispettata alla lettera dai notai dei tempi antichi. Anche se il rosolio preferivano farlo seguendo ricette personali e segrete. Insomma notaio che andavi, ratafià che trovavi. Un po’ come oggi che il liquore “notarile" lo trovi al supermercato e in tanti gusti diversi. Alla distilleria Enrico Toro & C., che dal 1817 produce la Centerba, il famoso liquore a base di erbe, hanno riscoperto e brevettato un’antica ricetta del rosolio. L’hanno chiamato Ratafiat, dal verbo latino che, con una grammatica un po’ corrotta, sanciva la ratifica dei patti. E al quale un detto in rima attribuisce poteri in grado di " mandare la moglie in caloria". Nome delle origini e ricetta datata quasi sessant’anni fa ma che in casa Toro nessuno aveva mai utilizzato: Montepulciano doc, aromi naturali, succo di amarena e alcool che l’autore della ricetta descrive e dosa in termini poetici. Dalla Centerba alla Ratafiat, passando per un arcobaleno di liquori della serie "dalla natura allo spirito". Quella della distilleria Toro è una tradizione mai interrotta. Dal 1817. «Agli inizi del 1800 Beniamino, il mio

 

 

trisavolo " racconta Enrico Toro "si trasferisce a Tocco da Canzano, il suo paese. E’ speziale e fa le medicine con le erbe. In paese riscopre e perfeziona un’antica ricetta dei frati benedettini che ricavavano un potente digestivo da una miscela di erbe della Majella. Nasce così la Centerba, un liquore-medicinale forte e secco che viene usato anche per curare la peste di Napoli del 1884. Si racconta che a quel tempo ogni sera partivano da Tocco dei carretti carichi di Centerba diretti a Napoli». Con alterne vicende, la tradizione dei primi speziali passa di padre in figlio. Fabbrica della "Stomatica centerba semplice e potabile", si legge in un vecchio attestato, dove semplice sta per 70 gradi e potabile per dolce. Dal primo dopoguerra agli anni 60 il liquore verde divenne il simbolo dell’Abruzzo, la fiaschetta che ogni emigrante portava con sé in giro per il mondo. « Nel 72 le strade dei fratelli Toro, tre maschi e una femmina " continua Enrico Toro " si dividono e i marchi diventano due: Fratelli Centerba Toro e Centerba Enrico Toro. Due marchi, due distillerie, una nello storico palazzo di Tocco paese e una nuova sulla Tiburtina. Nel ’97 sono diventato proprietario dei due marchi. Abbiamo, però, tenuto separate le due linee di produzione, in modo da non far avvertire differenze al consumatore». Stesso procedimento, stesse erbe della Majella. La tradizione continua. Obiettivo: festeggiare il traguardo dei duecento anni del liquore verde.
 



  

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