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CASTELLO PICCOLOMINI a CELANO
Il castello è a pianta rettangolare. Nel portico si contano cinque archi acuti sui lati lunghi e due su quelli corti che poggiano su pilastri a sezione conica. Le grandi finestre che si aprono sulle mura del castello ed il portale di accesso sono di carattere gotico. Le torri angolari hanno merlature ghibelline. La cinta di difesa è dotata di cinque torri a base tronco conica e di torri minori. Il castello di Celano costituisce un chiaro esempio di costruzione a carattere militare che nel XV secolo viene trasformata in dimora residenziale, rappresentando nella Marsica il momento di passaggio dall'architettura fortificata medioevale a quella rinascimentale. La sua realizzazione si articolò in tre fasi fondamentali. La prima fase si ebbe attorno al 1392 ad opera di Pietro Berardi conte di Celano e, secondo quanto affermano alcuni storici locali, la costruzione si fermò ad un solo piano. Nel 1451 Leonello Acclozamora, duca di Bari, marito di Icobella contessa di Celano, portò quasi a compimento l'opera realizzando la seconda fase: furono aggiunti il piano nobile, il camminamento di ronda e le quattro torri d'angolo. Malgrado i due interventi abbiamo comportato delle differenze di carattere stilistico, la razionale impostazione dell'edificio gli conferì ugualmente una sostanziale unitarietà. Fu Antonio Piccolomini, nipote di Pio II, a dare l'assetto conclusivo al castello nella terza fase, avendo ricevuto l'investitura della contea di Celano nel 1463 da Ferrante d'aragona. Oltre ad aggiungere alcune logge pensili e ad aprire una finestra rinascimentale sul prospetto est il Piccolomini edificò il loggiato superiore del cortile; a testimonianza di ciò restano i simboli caratteristici dello stemma della casata, la croce e la luna falcata, al centro dei capitelli delle colonne. In questa fase furono apportate alcune modifiche alla cinta muraria con la realizzazione, nei punti più esposti della spezzata, di cinque grandi torri semicircolari. Fu ampliata inoltre la cinta stessa e per garantire maggiore protezione si munirono gli ingressi di antiporte; in particolare l'ingresso pedonale a sud-est fu preceduto da un rivellino triangolare con una grossatorre cilindrica ad un angolo. Il castello, divenuto ormai palazzo residenziale, fu ceduto dai Piccolomini nel 1712 esso appartenne alla famiglia Savelli, successivamente passò agli Sforza Cesarini e da questi agli Sforza Cabrera Bovadilla, alla cui famiglia apparteneva Francesco Sforza ultimo conte di Celano. Dopo l'abolizione dei feudi, avvenuta nel 1806, la proprietà dell'edificio passò a diverse famiglie nobiliari fra le quali i marchesi Dragonetti di L'Aquila, i D'Amore di Cerchio, i Tomassetti di Celano e gli eredi D'Arezzo. L'edificio ricevette danni considerevoli dalle scosse telluriche che si susseguirono |
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