CELANO | SAN ROCCO | CASTELLI | MAIELLA | FRANCAVILLA | SAN GABRIELE | VASTO | CASTELLO
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“Al cospetto della Maiella, la sacra montagna madre delle tradizioni abruzzesi”. La Maiella vista dallo Stellario della Civitella. La dorsale dell'Appennino prosegue fin dove disegna la figura di un Gigante Addormentato. Narra la leggenda che Maia, madre delle creature divine e umane, dalla Frigia per prima tra gli dei venne in Abruzzo. Ella recava tra le braccia il suo ultimo, bellissimo figlio morente, un gigante ferito da una lancia. Maia lo nascose tra le rocce dei monti del Gran Sasso, dove ancora si scorge il suo corpo, sulla terza vetta ad occidente. Quando anche Maia morì, fu sepolta sulla montagna che da lei prese il nome di Maiella.
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Parco Nazionale della Maiella
selvaggia e solitaria dell’Italia centrale. Questo massiccio, con i 2793m del Monte Amaro, la seconda vetta in ordine di altezza di tutto l’Appennino, si presenta come una lunga, compatta e continua bastionata, incisa sui fianchi da giganteschi valloni rocciosi e ricoperta in basso da fitte faggete. Mentre oltre i 2000m si aprono vasti altopiani carsici, con paesaggi dall’aspetto lunare che ricordano le steppe dell’Anatolia o le Highlands scozzesi, e i rilievi si presentano con imponenti circhi morenici di origine glaciale, ai piedi delle montagne fiumi impetuosi come l’Orta e l’Orfento si rendono protagonisti di potenti azioni
erosive sui banchi calcarei della Majella, dando origine a canyons e a forre di
rara bellezza e suggestione. La geomorfologia aspra ed impervia di questo massiccio, alto e ripido su tutti i suoi versanti, e la sua posizione di ponte
geografico tra l’Europa e i Balcani, ha permesso lo sviluppo di una flora
estremamente ricca e la sopravvivenza di un patrimonio faunistico eccezionale.Da
sempre identificata come madre e protettrice divina, la Majella è la montagna
sacra per eccellenza delle popolazioni abruzzesi che nel corso della storia hanno
vissuto all’ombra della sua mole: testimone discreta e silenziosa delle
vicissitudini dell’uomo, per secoli eremiti e monaci vi hanno trovato rifugio
alla ricerca di un rapporto diverso con la natura.
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